Attacchi Di Panico

Gli attacchi di panico sono episodi di improvvisa ed intensa paura o di una rapida escalation dell’ansia normalmente presente. Sono accompagnati da sintomi somatici (palpitazioni, vertigini, nausea, sensazione di soffocamento, tremori, ecc…) e cognitivi (timore di morire, impazzire, perdere il controllo,..).

La caratteristica essenziale del Disturbo di Panico è la presenza di attacchi di panico ricorrenti, inaspettati, seguiti da almeno 1 mese di preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico.
La persona si preoccupa delle possibili implicazioni e cambia il proprio modo di agire e comportarsi in conseguenza di tali attacchi.

Il primo attacco di panico è generalmente inaspettato, cioè si manifesta “a ciel sereno”, per cui il soggetto si spaventa enormemente e, spesso, ricorre al pronto soccorso; poi possono diventare più prevedibili.

Una volta avvenuto l’attacco intervengono almeno tre fattori di mantenimento del problema:

  • Attenzione selettiva riguardo le sensazioni corporee;
  • Comportamenti protettivi associati alla situazione;
  • Evitamenti.

In particolare i comportamenti protettivi (es. fare respiri profondi,..) e l’evitamento (es. evitare i luoghi associati agli attacchi,…) sono strategie che vengono messe in atto per combattere o evitare gli attacchi di panico e il loro ripetersi, ma in realtà non fanno altro che peggiorare e cronicizzare il problema.

Spesso, anche se non sempre, gli attacchi di panico possono essere associati alle FOBIE nel caso in cui vengano associati a particolari situazioni che vengono appunto definite “fobiche” (ad es., guidare, prendere l’ascensore, frequentare luoghi affollati, ….) e che vengono generalmente evitate da chi ne soffre.

TRATTAMENTO

E’ importante evidenziare subito come la Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) del disturbo di panico sia considerata il trattamento di prima scelta, con o senza l’utilizzo di farmaci.

Dopo la fase di ricostruzione iniziale e attuale del disturbo, l’intervento si caratterizza come segue:

  • psicoeducazione, che consiste nel fornire al paziente informazioni sul disturbo, in particolare le sue modalità di insorgenza e mantenimento;
  • individuazione delle interpretazioni erronee che portano all’attacco di panico e ristrutturazione di tali interpretazioni;
  • insegnamento di tecniche per la gestione dei sintomi dell’ansia;
  • esposizione graduale (nel caso delle fobie) alle sensazioni e agli stimoli temuti ed evitati;
  • prevenzione delle ricadute.

Se il disturbo è insorto successivamente ad un trauma l’intervento prevede l’utilizzo della tecnica dell’EMDR che consente una risoluzione più rapida del problema.