
Depressione Postpartum
DEPRESSIONE POSTNATALE
“A volte quando mia figlia piange proprio non la sopporto e mi arrabbio…poi mi sento cattiva e in colpa”
“Le altre persone ci riescono senza difficoltà, perché io no?”
“Non apprezzo mio figlio quindi non lo merito”
“Me la sono sempre cavata da sola, perché ora non riesco più?”
“Mi sento confusa, non riesco a smettere i piangere…eppure dovrei essere felice, no?”
La maternità può essere un momento felice quanto stressante: i principali cambiamenti che investono la famiglia riguardano la routine quotidiana, il ruolo dei genitori, la relazione di coppia, le decisioni rispetto al lavoro, le notti in bianco, i rapporti coi genitori delle rispettive famiglie d’origine… Nonostante quello che tutti (amici, parenti, tv, film, ecc ecc…) vogliono farci credere, avere un figlio non è sempre solo fonte di gioia. In particolar modo nella cultura occidentale almeno il 10-20% delle donne soffre di depressione postnatale, ma se si considera l’elevato numero di donne che nasconde il problema rifiutando di prendere parte agli studi su questo tema, la percentuale è destinata a salire. Inoltre il 50% delle donne che ne soffre non chiede aiuto, aumentando la probabilità di sviluppare in futuro un vero e proprio disturbo dell’umore.
I sintomi prevalenti sono:
- Tristezza, pianto, disperazione
- Ansia, attacchi di panico
- Senso di inadeguatezza, senso di colpa
- Irritazione, nervosismo
- Aumento o diminuzione dell’appetito
- Problemi di sonno
- Mancanza di energia
- Senso di solitudine
- Preoccupazione per la propria salute o del bambino
Talvolta questi sintomi sono transitori, altre volte portano ad un vero e proprio disturbo depressivo maggiore. Come possiamo vedere tali sintomi sono in aperto contrasto con l’immagine della “super-mamma” sempre felice e riposata che ha iniziato una nuova fase della sua vita. Queste immagini di madri sempre forti e gioiose creano aspettative assolutamente irrealistiche che portano ad un’elevata frustrazione e vergogna nel momento in cui ci si rende conto di non corrispondere al modello di perfezione che la cultura e la società propongono. La quotidianità diventa quindi un peso insopportabile da cui a volte si vorrebbe fuggire, salvo poi sentirsi cattive e in colpa solo per averlo pensato e sentendosi della madri incapaci.
Le conseguenze della depressione postnatale colpiscono:
- la madre, che corre il rischio di cronicizzare lo stato depressivo
- Il figlio, che rischia di subire importanti trascuratezze che condizionano il suo sviluppo
- la relazione di coppia
Cause della depressione postnatale
I maggiori fattori psicosociali di rischio sono i seguenti:
- Eventi di vita stressanti: eventi stressanti, oltre la gravidanza, che si manifestano prima o dopo possono avere un effetto peggiorativo sul problema.
- Problemi di coppia: soddisfazione nel rapporto e sostegno del partner prima, durante e dopo la gravidanza sono elementi importanti per prevenire il problema.
- Scarso sostegno sociale: chi riceve maggio sostegno prima, durante e dopo la gravidanza corre meno rischi di sviluppare il disturbo. In alcune culture i neogenitori sono assistiti da una fitta rete di sostegno, cosa che purtroppo non accade nella nostra cultura.
- Caratteristiche di personalità e atteggiamenti mentali (bisogno di ordine e controllo, scarsa autostima, pensiero negativi,..)
- Umore nel periodo della gravidanza: è intuibile come un umore bassa durante il periodo della gravidanza sia da non sottovalutare.
- Pregressa depressione o familiarità con la malattia.
- Eventuali esperienze negative nell’infanzia.
- Pressioni e aspettative sociali rispetto alla maternità: con la nascita di un figlio vengono riviste tutte quelle che sono la priorità per soddisfare le naturali esigenze del neonato. Ciò può creare forte disagio soprattutto se la madre continua a prefissarsi l’obiettivo di continuare a svolgere regolarmente tutte le attività di prima, senza mettere in atto un’opera di “ridimensionamento” delle cosa da fare.
IL TRATTAMENTO
La TCC è efficace in quanto:
- Consiste in un programma elaborato e ben pianificato ma allo stesso tempo viene “adattato” alle diverse caratteristiche ed esigenze di chi chiede aiuto, tenendo conto quindi della peculiarità di ognuno.
- Fornisce al paziente abilità da utilizzare nella vita quotidiano per sentirsi più efficace.
- Incoraggia il paziente a credere che i miglioramenti che fa dipendono non dal caso ma dalle maggiori abilità che nel tempo ha acquisito.
L’intervento comportamentale prevede:
- L’aumento delle attività piacevoli in quanto molte madri le riducono, se non addirittura eliminano, altrimenti si sentono in colpa.
- L’insegnamento di abilità sociali che mancano, come ad esempio la comunicazione efficace, la capacità di chiedere aiuto,..
- L’insegnamento di tecniche di rilassamento per contrastare ansia e irritabilità.
L’intervento cognitivo prevede:
- Imparare a riconoscere il rapporto intercorrente tra pensieri-emozioni-comportamenti.
- Rivedere tutte le convinzioni distorte circa la maternità e sostituirle con pensieri più funzionali.
- Ridurre l’eccessivo altruismo che porta a negare totalmente le proprie esigenze a favore di quelle degli altri.